venerdì 20 aprile 2007

IL PREZZO DELLA PACE


Un autorevole dizionario della lingua italiana, definisce il concetto di "Pace":
Assenza di lotte e conflitti armati tra popoli e nazioni, ed anche periodo di
buon accordo internazionale.
e...aggiungo di mio: un valore di imprescindibile importanza, per la vita ed il futuro
degli uomini e dell'intera specie umana.
La verita' è che tanto si è fatto e ancora si sta facendo, ma se pur con grandissimo impegno sociale,
l'odio insito nel cuore degli uomini, prevarica ogni forma di ragione.
Troppi interessi in gioco, i continui conflitti razziali e di religione, il dilagarsi in maniera
sempre piu'devastante del terrorismo, le minacce nucleari, non fanno altro che alimentare
le prospettive di nuovi scenari altalenanti tra guerra e pace.
La coesistenza tra pace e guerra, possiamo trovarla, ampiamente descritta, nel testo che qui
di seguiro riporto, tratto da " De civitate Dei, XIX,12", dove il pensiero di Agostino, santo e filosofo,
è estrmamente realistico e attuale, e mette chiaramente in luce il meccanismo di interdipendenza tra pace e guerra.
Chiunque osservi assieme a me le realtà umane e la natura comune, riconosce che come
non vi è nessuno che non voglia godere, cosi' non vi è nessuno che non voglia possedere la pace. Addirittura, anche coloro che ricercano le guerr non vogliono altro che la vittoria, quindi desiderano fortemente raggiungere la gloria e la pace attraverso la guerra. Che cosa è infatti una vittoria se non la eliminazione di ogni resitenza? E proprio quando ciò sarà accaduto, si avrà la pace. Dunque è in vista della pace che si conducono le guerre, anche da parte di coloro che si impegnano ad esercitare le loro attitudini belliche nel comando e nel combattimento.
Risulta perciò che la pace è il fine che si desidera dalla guerra; ogni uomo infatti ricerca
la pace anche attraverso la guerra, mentre nessuno ricerca la guerra attraverso la pace. Anche coloro che vogliono turbare lo stato di pace, in cui si trovano, non odiano la pace, ma desiderano cambiarla a loro arbitrio. Non voglioni quindi che la pace non vi sia piu', ma che sia come essi vogliono. Da ultimo, anche qualora si separino dagli altri con una ribellione, non riescono a portare a compimento i loro disegni e mantengono una qualche apparenza di pace con
gli stessi congiurati e cospiratori.
Prendiamo gli stessi malfattori; per costituire un'insidia piu' forte e sicura alla pace degli altri, essi vogliono avere pace tra loro. E anche se uno di loro viene ad avere una forza cosi' schiacciante da fare a meno di complici, cosicchè non si affida piu' a nessun compagno, mettendosi a tendere agguati da solo, depredando quelli su cui riesce ad avere il sopravven-
to una volta catturati e uccisi, costui sicuramente mantiene una forma qualunque di pace
con coloro che non può uccidere ed ai quali vuole tenere nascosta la sua condotta: Inoltre egli si sforza di sembrare uomo di pace a casa sua, con la moglie e con i figli e con altri se vi sono; senza dubbio è soddisfatto quando obbediscono ad un suo cenno e s'indigna, reagisce e si vendica quando ciò non accade: Porta la pace nella sua casa, se è necessario anche con la forza poichè si accorge che essa non può esistere se tutte le cose non sono sottomesse nella
società domestica ad un principio che coincide con la sua persone. Se perciò a lui venisse offerta la sottomissione di molti, di una città o di una nazione, in modo che costui venga servito come voleva esserlo a casa propria, egli non si nasconderebbe piu' come un malfat-
tore, ma s'innalzerebbe davanti atutti come un re, anche se in lui rimarrebbero la stessa avidi-
tà e la stessa malizia.
Ognuno quindi desidera essere in pace con i suoi, volendo però che vivano secondo il suo arbitrio. Anche quando si muove la guerra a qualcuno, lo si vuole conquistare, se possibile, e una volta sottomesso imporgli le condizioni della propria pace.
(Agostino, La citta' di Dio, Rusconi Milano,1984, pagg.960-961)

1 commento:

Nadia ha detto...

grazie per la tua visita...e per i tuoi complimenti...:-)